2008:CATTOLICI E LIBERALI PERCHE'?

Nel ‘900, molti liberali europei si sono trovati spesso in conflitto con la Chiesa. L’Italia e la Francia si sono costituiti proprio come Stati-nazione con una lotta (anticlericalismo) nei confronti della Chiesa cattolica. Ora, i tempi sono maturi per superare quel razionalismo chiuso e per aprire il liberalismo al messaggio Cristiano. A tal fine, non occorre che il liberale sia credente (la fede si gioca in un incontro personale con Dio), ma consapevole che sulla cultura Cristiana si è fondata l'Europa.
In passato il progressivo rinnegamento di queste radici ha consegnato il "vecchio continente" nelle mani di regimi liberticidi e sanguinari (comunismo e nazi-fascismo). Oggi il pericolo si chiama laicismo e fondamentalismo! Ecco le ragioni del nuovo progetto liberale: credenti e non credenti insieme per assicurare a Lesina, in Italia, in Europa.. un alba di libertà!

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giovedì 15 gennaio 2009

Affronto alle vittime del terrorismo:Battisti, l'assassino è libero


Ha premuto il grilletto con ferocia. Sul viso sempre un sorrisetto cinico. Cesare Battisti, quattro omicidi sulla coscienza, condannato all'ergastolo, due anni di galera ora è libero a Copacabana.
Il governo brasiliano, con una decisione che ha provocato polemiche anche a livello locale, al più alto livello politico, ha deciso di concedere lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, l'ex militante del Proletari Armati per il Comunismo, le famigerate «Pac».
Il ministro brasiliano della Giustizia, Tarso Genro, ha annunciato la decisione in un comunicato diffuso quando in Ityalia era notte. Ieri, in risposta alle polemiche ha detto di sentirsi «tranquillo di aver preso la decisione corretta». Perdro Abromovay, segretario agli Affari Legislativi del dicastero, ha segnalato da parte sua che «è tradizione del Brasile considerare di concedere lo status di rifugiato politico ogni volta che riteniamo che esiste un fondato timore di persecuzione politica contro un cittadino».
Nella nota della Giustizia brasiliana si ricorda che la decisione riguardante «lo scrittore italiano Cesare Battisti» è stata presa sulla base «dello statuto dei rifugiati del 1951 e della legge 9.474 del 1997», che prevedono quali ragioni valide per la concessione dello status di rifugiato «il fondato timore di persecuzione per motivi di razza... o di opinione politica». La nota segnala tra l'altro che Battisti è stato condannato solo dopo la sua fuga in Francia nel 1981, sulla base di accuse non fondate su prove certe, ma della testimonianza del pentito Pietro Mutti. Questa sentenza viene archiviata la richiesta di estradizione avanzata dal governo italiano. Non solo ma la decisione del ministro Genro sullo «scrittore Battisti» va in senso opposto a quanto deciso dal Conare (Comitato Nazionale per i Rifugiati), che nel novembre scorso aveva respinto per tre voti contro due la richiesta di asilo politico presentata dagli avvocati di Battisti.
La decisione del Brasile ha scatenato dure proteste. Il governo italiano, attraverso la Farnesina, «sorpreso» dalla notizia della concessione dello status di rifugiato politico a Cesare Battisti ed esprimendo «forte rammarico» per la decisione arrivata da Brasilia, si è appellato direttamente al presidente Ignacio Lula da Silva per chiedere un passo indietro al Brasile, con la revisione «della decisione giudiziaria adottata». La Farnesina sottolinea che Battisti è «un terrorista responsabile di gravissimi delitti che nulla hanno a che fare con lo status di rifugiato politico». In serata Frattini ha deciso di aumentare ulteriormente la pressione diplomatica su Ignacio Lula da Silva e ha fatto convocare dal segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo, l'ambasciatore brasiliano a Roma per esprimergli «lo sdegno unanime di tutte le forze politiche parlamentari nonchè dell'opinione pubblica e dei familiari delle vittime. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano si è detto «deluso e dispiaciuto», protesta anche dei familiari delle vittime: la decisione è «peggio di uno schiaffo». Anche il sindaco di Roma Alemanno ha scritto al presidente Lula.
Mentre il mondo politico si sbraccia per criticare la decisione del Brasile altri ex latitante eccelenti paludono a quanto accaduto. L'ex leader di Potere Operaio, Oreste Scalzone, pure lui ex rifugiato politico in Francia, ha espresso la sua soddisfazione per questa decisione. E tutta la sinsitra francese brinda al lieto fine per il loro «protetto».
Ma il Brasile è da tempo terra di latitanti: mafisosi e terroristi. Luciano Pessina, ex Brigate Rosse, arrestato nell'agosto del 1996 a Rio, riuscì invece a sfuggire all'estradizione, giacchè il Tribunale Federale Supremo (Tfs) stabilì che due dei delitti per i quali era stato condannato erano prescritti. Lo stesso avvenne tre anni prima con Achille Lollo, ex Potere Operaio, condannato per l'attentato contro la casa di un esponente missino a Roma, nel quale morirono tra le fiamme i fratelli Mattei.
E Cesare Battisti, sofferente per di epatite B, dovrà secondo indiscrezioni essere liberato nei prossimi due giorni dal penitenziario federale della Papuda, a Brasilia. Ha già detto che si trasferirà a vivere a Rio de Janeiro, dove fu arrestato nel marzo 2007, e che ha già pronti due romanzi polizieschi scritti in carcere.
Tratto da Il Tempo, Maurizio Piccirilli, 15/01/2009

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