2008:CATTOLICI E LIBERALI PERCHE'?

Nel ‘900, molti liberali europei si sono trovati spesso in conflitto con la Chiesa. L’Italia e la Francia si sono costituiti proprio come Stati-nazione con una lotta (anticlericalismo) nei confronti della Chiesa cattolica. Ora, i tempi sono maturi per superare quel razionalismo chiuso e per aprire il liberalismo al messaggio Cristiano. A tal fine, non occorre che il liberale sia credente (la fede si gioca in un incontro personale con Dio), ma consapevole che sulla cultura Cristiana si è fondata l'Europa.
In passato il progressivo rinnegamento di queste radici ha consegnato il "vecchio continente" nelle mani di regimi liberticidi e sanguinari (comunismo e nazi-fascismo). Oggi il pericolo si chiama laicismo e fondamentalismo! Ecco le ragioni del nuovo progetto liberale: credenti e non credenti insieme per assicurare a Lesina, in Italia, in Europa.. un alba di libertà!

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sede legale: via G. Mazzini, 10- 71010 Lesina (FG)cattolicieliberali@alice.it

giovedì 30 ottobre 2008

Una voce fuori dal coro...brava Gelmini!



VOLANTINAGGIO!!!!
Stamattina, alle ore 8.30, ci siamo dati appuntamento davanti ai tre istituti scolastici di Lesina per informare la cittadinanza circa i contenuti della tanto discussa "legge Gelmini":DECRETO-LEGGE 1 sett. 2008 n.137/approvato, con modifica dalla Camera dei Deputati il 09-10-2008/convertito in legge dal Senato della Repubblica il 28-10-2008.
L'iniziativa, ideata con gli amici della DcA, è stata intrapresa per fare luce sugli aspetti del famigerato decreto Gelmini.
Riteniamo infatti, che al riguardo si sia fatta troppa confusione, anzi a pensarla male.... una strumentale disinformazione!
Per cui, al netto di tante chiacchere, vi proponiamo semplicemente la lettura integrale del testo normativo, che troverete a margine del post!
...Buona Lettura e Buon Ognissanti!
Leonardo & Antonio

sabato 25 ottobre 2008

Mentre gli studenti di sinistra si battono per la scuola pubblica...


...I figli di Nanni Moretti, Santoro, Veltroni & company vanno alle scuole private!
(Sottotitolo: Armiamoci e partite!)
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Tanta preoccupazione per la scuola pubblica si può spiegare solo come un atto estremo di altruismo, visto che quando si tratta di decidere il destino dei figli un bel pezzo di centrosinistra si orienta direttamente verso le scuole private. E magari straniere.
Sorprende, insomma, tanta acrimonia nei confronti del ministro Gelmini, visto che non sono pochi gli esponenti della sinistra che di contatti diretti con la riforma della scuola, non ne avranno mai. Lo ha candidamente ammesso Michele Santoro nel corso dell’ultima puntata di AnnoZero, tutta dedicata alla scuola e alla nuova ondata di contestazioni studentesche.
Voleva dimostrare al leghista Roberto Cota quanto fosse sbagliata l’idea di «classi ponte» per insegnare la lingua straniera ai figli di immigrati. In sintesi: l’integrazione è facilissima anche quando un bambino si trova in un’aula dove tutti parlano una lingua che non sa. Per spiegarlo ha riportato, con comprensibile orgoglio paterno, l’esempio della figlia che frequenta una scuola straniera «e già parla un’altra lingua ». Applausi. Non si sa se dedicati alla bravura della bimba poliglotta o all’accostamento tra chi frequenta il costoso istituto francese «Chateaubriand», con l’obiettivo di diventare bilingue ed evitare le storiche carenze della scuola italiana, e i figli degli immigrati alle prese con la durissima battaglia per l’integrazione.
Ospite della trasmissione, il segretario Ds Walter Veltroni. Dei suoi investimenti immobiliari e formativi a New York a favore della figlia si sa già tutto. D’altro canto il Pci non c’è più. E con i comunisti è scomparso anche il divieto non scritto che vigeva per i dirigenti: mai iscrivere i figli alle private. Lo conferma il caso di Giovanna Melandri, la cui prole è stata affidata all’istituto privato «San Giuseppe». Si dice che l’esponente Pd abbia anche cercato di fare entrare la figlia in una scuola inglese. La stessa - la «Rome International School» - scelta dall’ex parlamentare di Rifondazione comunista Franco Russo, ansioso di dare un’educazione un po’ amerikana ai discendenti.
Niente pubbliche o comunali anche per i nipoti di Fausto Bertinotti, iscritti a suo tempo ad un prestigioso asilo romano dal metodo di insegnamento rivoluzionario. Ma a pagamento. E in effetti non è sempre la caccia alla lingua straniera la molla che fa scappare i genitori democratici dalle pubbliche. È il caso dell’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, contestato dai giovani del centrodestra per aver mandato il figlio ad un Liceo scientifico paritario di Viterbo, proprio negli anni in cui era in carica nel dicastero di viale Trastevere.
La seduzione del privato-straniero ha fatto breccia anche tra i più intransigenti girotondini. È il caso di Nanni Moretti, il cui figlio frequenta la scuola americana di Roma, la «Ambritt». Stessa scelta per il discendente di un vero e proprio outsider del Partito democratico: Mario Adinolfi. Proprio in questi giorni l’ex esponente del Ppi, per sua stessa ammissione allergico alle occupazioni, ha lodato la nuova ondata di studenti contestatori vedendoci l’embrione di un «conflittogiovanile di massa contro queste destre ». Chissà se anche dalle parti della scuola americana di Roma farà breccia l’atteso nuovo Sessantotto.
Scuola privata catanese anche per le figlie di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd. Al club del «no alle statali» si è iscritto anche Francesco Rutelli, Anche lui negli ultimi giorni si è espresso, non tanto a favore della protesta studentesca, quanto contro la linea «dura» di Berlusconi. Sicuramente nessuna delle sue due figlie dovrà subire interruzioni delle lezioni: una è iscritta al liceo privato «Kennedy» e l’altra alla prestigiosissima «San Giuseppe De Merode», scuola con vista su Piazza di Spagna.
Da quelle parti di okkupazioni, e cortei, se ne vedono pochi.
articolo di Antonio Signorini, tratto da Il Giornale del 25-10-2008

lunedì 13 ottobre 2008

Il caso Petrella: cronaca di un delitto impunito!



di Leonardo Mandunzio


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Il FATTO:
Marina Petrella, detta “Primula rossa”, 54 anni, dal 1976 operante nella colonna romana delle Brigate Rosse, condannata all'ergastolo nel 1992, al termine del cosiddetto processo “Moro Ter”, per l’omicidio di un poliziotto ed il sequestro di un Magistrato, libera di espatriare, per gli effetti della decorrenza dei termini di custodia cautelare.
LA LATITANZA:
nel 1993 fugge in Francia, dove per l’effetto della “dottrina Mitterand”, varata nel 1985, il terrorista latitante non può essere estradato in Italia se si impegna a rinunciare alla lotta armata costruendosi una nuova vita. (Roba da far impallidire Montesquieu!).
Sulla scorta di questa dottrina, parecchi brigatisti nostrani ripararono a Parigi sfuggendo, così alla giustizia italiana.
Ritornando alla Petrella, dopo essersi rifugiata a Parigi, vive indisturbata fino al 2007, lavorando come assistente sociale, anno in cui la polizia francese stranamente si accorge di lei identificandola ad un normale posto di blocco stradale e finalmente arrestandola.
Tale circostanza fa scattare l’inevitabile procedura per l’estradizione richiesta dal Governo italiano.
Il 9 luglio 2007, il Presidente della Repubblica francese, Sarkozy, assicura pubblicamente che la "dottrina Mitterand" è superata, dichiarandosi pronto a firmare il decreto di estradizione della Petrella, subordinandolo però, alla concessione della grazia da parte delle Autorità italiane.
La Petrella, nel frattempo colta da un attacco di depressione, esce dal carcere e viene ricoverata in una casa di cura di Parigi dove afferma testuali parole:” In Italia non tornerò, potranno riavere soltanto il mio corpo”
Il Governo italiano ribadisce che la brigatista deve essere estradata in base al diritto comunitario, senza condizioni, in quanto la grazia la può concedere solo il Presidente della Repubblica italiana a seguito di richiesta da parte dell’imputata, assicurando, altresì, cure adeguate per la brigatista.
Senonchè l'Avv. Irene Terrel legale della Petrella, rispolvera una clausola del Trattato di Estradizione Italia-Francia del 1957 dove si prevede una opposizione al decreto di estradizione qualora ricorrano motivi umanitari (rischio di lasciarsi morire). Guarda caso da allora, la Petrella ha iniziato lo sciopero della fame e della sete.
Il resto dell'opera la completano le sorelle Carla e Valeria Bruni, mentori della causa della Petrella, convincendo il Presidente Sarkozy a disapplicare il decreto di estradizione.
IL DIRITTO COMUNITARIO VIOLATO:
La posizione della Francia in questa vicenda è del tutto arbitraria ed ingiustificabile sul piano del diritto comunitario per i seguenti punti:
1) In base al trattato di Schengen, Titolo III, lettera c ) i firmatari dell'Accordo si impegnano ad estradare tra loro le persone perseguite dalle autorità giudiziarie della parte richiedente;
2) La dottrina Mitterand, è una semplice prassi francese e non può derogare un trattato internazionale firmato dalla Francia stessa
3) la clausola umanitaria invocata dal legale della Petrella è pretestuosa poichè la sua assistita potrebbe continuare ad essere curata in Italia, dove è previsto il rinvio dell'esecuzione della pena per malattia particolarmente grave incompatibile con la detenzione carceraria (artt. 146-147 c.p.)
CONCLUSIONI:
Si attende che il Governo italiano faccia rispettare in seno alla Corte di Giustizia europea l'Accordo di Schengen, tramite ricorso per inadempimento.
Questo sia ben chiaro, non per spirito di rivalsa ma per garantire, seppur a 30 anni di distanza, un barlume di giustizia ai parenti di tutte quelle vittime che il terrorismo ha falciato negli anni’70 , che non meritano di essere dai carnefici pure irrisi.

venerdì 10 ottobre 2008

Cazzeggio...ergo sum!

di Leonardo Mandunzio
Navigando nel web mi sono imbattuto nel seguente annuncio:
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“Omissis…….Stiamo cercando nuovi opinionisti per un famoso programma delle reti *****. Cerchiamo ragazzi/e, signori/e di bella presenza, spigliati e che non abbiano timore delle telecamere….omissis”
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In principio fu Aldo Biscardi, poi venne Maria De Filippi con la trasmissione cult Amici: indice alzato, stile scuola materna, per prenotare l’intervento.
Da allora nel “piccolo schermo” è un continuo susseguirsi di programmi in cui si alternano mandrie di opinionisti chiamati a dire la loro su tutto lo scibile umano.
Il trend, volenti o nolenti è ormai questo…
Non c’è niente da fare, per riscontrare i favori del pubblico bisogna urlare o denigrare il malcapitato di turno infischiandosene di rovinargli la reputazione.
Tutto si è trasformato in un chiassoso talk-show, mutazione genetica che non ha risparmiato nemmeno la tradizionale partita di calcio.
Prima a commentare le gesta atletiche di Van Basten & C., c’era solo il buon Pizzul, adesso invece si alternano in tre per condire il match di riflessioni inutili e banali.
A tal riguardo chiederò al Ministro Gelmini, con una petizione popolare, di imporre il telecronista unico!
Ma i “cultori dell’ovvio” non si fermano solo al calcio……
Il problema diventa serio quando questi signori (veline, gieffini, visagisti e tronisti) sono chiamati a presenziare in trasmissioni televisive (Porta a Porta, Matrix, Italia sul 2…….) con una share elevato, in cui si discutono argomenti di rilevanza etico-sociale.
E vero che l’art. 21 della Costituzione recita che:”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione
Ma è altrettanto vero che, non basta l’ironia o la bella presenza per giustificare un “secondo me” anche quando la questione da dibattere è rilevante.
Quel "secondo me" dovrebbe essere sorretto da doti come la competenza e soprattutto la prudenza, qualità che si acquistano non sull’Isola dei Famosi ma dopo anni di studio, al fine di garantire il diritto del telespettatore ad essere informato sulla questione trattata nel modo più veritiero e corretto possibile!
Questo aspetto tragicomico della Tv italiana è stato colto dal mitico Gene Gnocchi (al secolo Eugenio Ghiozzi, classe 1955, ex avvocato, attore, scrittore), che attraverso il suo show (Artù in onda ogni giovedì verso le 23.15) si propone di formare quelli che definisce gli “esperti del cazzeggio”!
Ci riuscirà?
Vai Gene siamo con te!

sabato 4 ottobre 2008

Nella guerra della scuola i bambini come scudi umani

Articolo del 03-10-2008-tratto da L'Occidentale


Nella paradossale battaglia per difendere la scuola dal ministro dell'Istruzione la sinistra e la sua stampa di complemento la deve smettere di usare i bambini come scudi umani.
Ormai c'è n'è una al giorno. Ieri abbiamo saputo della maestra che ha convocato la manifestazione contro la Gelmini facendo scrivere una nota sul diario dei ragazzi, da far leggere e firmare ai genitori.
Sempre ieri a Bologna, genitori e insegnanti hanno tentato di occupare la scuola elementare don Marella, portandosi i bambini al seguito, col sacco a pelo e i materassini. Per poi gridare allo scandalo quando i carabinieri hanno fatto sgombrare la scuola spaventando i piccoli alunni.
Oggi dall'Unità apprendiamo che manovre del genere sono considerate un successo democratico. Così infatti l'intrepido titolo del quotidiano: "Una giornata di lotta a staffetta. Gli insegnanti, i precari, i genitori, ma anche tanti bambini".
Grande successo della manifestazione dunque: anche i bambini sono contro la riforma del ministro Gelmini, scendono in piazza, si accampano sulle scalinate del ministero e rilasciano interviste bellicose. Come quella che sempre l'Unità ha cura di riportare: "Marco biondino di 9 anni - scrive impavido il giornalista - la mette sul pratico: voglio andare a scuola anche il pomeriggio, a casa mi rompo". Più che contro la Gelmini sembra un'intervista contro i genitori, ma ovviamente la tesi del giornalista è che la Gelmini abbia abolito ora e per sempre il tempo pieno.
Insomma basta: se genitori e insegnanti hanno voglia di manifestare lo facciano pure ma lascino in pace figli e figlie, non li schierino in una guerra che non è la loro, non ne facciano oggetto di propaganda politica.
Non si difende un'idea di scuola alternativa a quella del governo, giusta o sbagliata che sia, mettendo i bambini sugli spalti della rivolta così da nascondersi dientro la retorica dell'innocenza, magari sperando di esporli come "vittime collaterali".
Se proprio volete la guerra contro Mariastella, armatevi e partite, ma lasciate i bambini a casa.