2008:CATTOLICI E LIBERALI PERCHE'?

Nel ‘900, molti liberali europei si sono trovati spesso in conflitto con la Chiesa. L’Italia e la Francia si sono costituiti proprio come Stati-nazione con una lotta (anticlericalismo) nei confronti della Chiesa cattolica. Ora, i tempi sono maturi per superare quel razionalismo chiuso e per aprire il liberalismo al messaggio Cristiano. A tal fine, non occorre che il liberale sia credente (la fede si gioca in un incontro personale con Dio), ma consapevole che sulla cultura Cristiana si è fondata l'Europa.
In passato il progressivo rinnegamento di queste radici ha consegnato il "vecchio continente" nelle mani di regimi liberticidi e sanguinari (comunismo e nazi-fascismo). Oggi il pericolo si chiama laicismo e fondamentalismo! Ecco le ragioni del nuovo progetto liberale: credenti e non credenti insieme per assicurare a Lesina, in Italia, in Europa.. un alba di libertà!

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sede legale: via G. Mazzini, 10- 71010 Lesina (FG)cattolicieliberali@alice.it

sabato 2 ottobre 2010

ESCONO LE SUORE, ENTRANO GLI IMMIGRATI

In questi giorni a Lesina non si fa altro che parlare di questo! In piazza, nei bar, negli uffici postali, in banca, sui pullman….. il Centro Polifunzionale per gli immigrati. Mercoledì sera si è tenuto anche un incontro in merito, dove sembra che la popolazione sia accorsa più che numerosa e abbia in modi sicuramente differenti dimostrato il suo totale dissenso nei confronti del progetto presentato dagli amministratori lagunari. Non poteva essere altrimenti, dato che si tratta di mettere mano ad una struttura in cui si pratica il culto cattolico da circa 45 anni ed all’interno della stessa esercitano il loro compito spirituale le Suore Dorotee di Cemmo il cui inestimabile apporto ha contribuito alla formazione socio-educativa di intere generazioni lesinesi. Certo, questo non ha valore alcuno per chi è ateo e ideologicamente di sinistra, per cui sarebbe una notevole soddisfazione per lui ridimensionare, rendere impossibili le condizioni o del tutto eliminare un luogo in cui la religione cattolica è professata da svariati anni. Naturalmente è da rispettarsi anche il suo pensiero, i suoi diritti e i suoi doveri come i nostri, ma sarebbe opportuno che egli capisca e rispetti le tradizioni che hanno fatto la storia di un paese, anzi di una popolazione che oggi si ritrova a correre il rischio di vedere persa la sua ancora. Forse potrebbe non essere solo questo il movente di una tale proposta, potrebbe esserci uno sviluppo inaspettato per il nostro paese!! Valutiamo bene la cosa!! Ci saranno sale polivalenti, laboratori, sportelli informativi, spazi per l’integrazione socio-lavorativa, insomma si creerà la possibilità di accogliere gli immigrati regolari! La domanda è praticamente dovuta. Come mai c’è tutto questo interesse per gli immigrati nell’accoglierli in un nuovo centro da costruire e non c’è alcun interesse nell’occuparsi di tutti gli extracomunitari che vivono nelle case lesinesi in condizioni sanitarie pessime, alloggiando almeno in dieci in appartamenti che possono ospitare max 3-4 persone? Perché dall’entrata in vigore del Pacchetto Sicurezza disciplinato dal decreto legge 23 maggio 2008 n.92, il quale attribuisce maggiori poteri ai Sindaci in materia di ordine pubblico, non è stata presa alcuna misura da parte dei nostri amministratori? Non vorrei arrivare alla conclusione per la quale non si vuole interrompere il sistema degli affitti esagerati che nostri concittadini percepiscono dagli extracomunitari, ignorando le condizioni in cui vivono. Probabilmente dare vita ad un censimento degli immigrati regolari sul territorio (con passaporto, permesso di soggiorno, contratto di soggiorno e contratto di locazione) avrebbe dato risultati inaspettati, a seguito dei quali gli aventi diritto di vivere nel nostro paese sarebbero stati di un numero per il quale l’esigenza di costruire uno stabile per loro non si sarebbe presentata. A questo punto mi è lecito pensare che il Centro Polifunzionale non sarebbe solo per i regolari ma per tutti (compresi i clandestini), per poi dare vita, per mano dei legali che verranno incaricati, al procedimento previsto dalla legge per la regolarizzazione degli extracomunitari pensando forse che si tratta di un fenomeno di poco conto e non valutando il dato che ci dice della presenza di circa 1.700.000 irregolari in Italia. Non voglio credere che quello che non si riesce a fare sul territorio nazionale lo si riesce a fare a Lesina!! E in che modo potremmo cercare di riuscire ad inserire loro nel mondo del lavoro date le percentuali di disoccupazione presenti nelle nostri paesi?? Su tutto il territorio nazionale ci sono i CDA (Centri di Accoglienza), CARA (Centri si Accoglienza richiedenti asilo), e CIE (Centri di identificazione de espulsione) e quello che ci viene proposto a Lesina sembra tutt’altro che simile alle tre tipologie sù elencate, infatti pone l’accento solo sull’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati regolari. Dato che il più vicino a noi è ubicato a Foggia (CDA e CARA) sarebbe stata sicuramente una dimostrazione di solidarietà maggiore nei confronti degli extracomunitari proporre un’attività di supporto finalizzata alla segnalazione degli irregolari al Centro di Foggia o quello di Brindisi. Vogliate scusarmi, è vero c’è un finanziamento esorbitante da non farsi sfuggire!! E’ forse questo il motivo principale per cui bisogna sbrigarsi nell’attuare questo progetto a Lesina e farlo passare per “sviluppo del nostro paese” quello che in realtà sembra veramente impossibile? Premesso che la difesa delle nostre tradizioni e della religione cattolica costituiscono le fondamenta della laicità dello Stato Italiano, è un dovere per la popolazione lesinese battersi per il rispetto di quanto ha fatto le Suore nel nostro paese e far si che possano continuare le innumerevoli attività religiose che si svolgono all’interno dei locali dell’asilo, senza cambiarne la destinazione d’uso. E’ perciò da ritenersi davvero offensiva la proposta che parla addirittura di creare al suo interno una sala da adibire alla professione di altro culto!! Ritengo sinceramente di basso profilo da parte di qualcuno etichettare come “chiusa e razzista” una popolazione che chiede ai suoi amministratori il rispetto delle sue radici nonché la legalità e non la superficialità dovuta ad un finanziamento da non farsi scappare, quindi un progetto da realizzare in termini brevi, senza un monitoraggio preventivo dell’immigrazione regolare e clandestina sul territorio locale da parte delle autorità competenti. Insomma Lesina non è pronta ad un passo di tale caratura, date le condizioni in cui versa il territorio lagunare. Mi auguro che l’Amministrazione Comunale di Lesina non abbandoni in questo momento il principio di democrazia rappresentativa, e dia atto alle esigenze della popolazione che ha affidato nelle sue mani il potere decisionale tramite il voto.

di Antonio Giuseppe Colella