2008:CATTOLICI E LIBERALI PERCHE'?

Nel ‘900, molti liberali europei si sono trovati spesso in conflitto con la Chiesa. L’Italia e la Francia si sono costituiti proprio come Stati-nazione con una lotta (anticlericalismo) nei confronti della Chiesa cattolica. Ora, i tempi sono maturi per superare quel razionalismo chiuso e per aprire il liberalismo al messaggio Cristiano. A tal fine, non occorre che il liberale sia credente (la fede si gioca in un incontro personale con Dio), ma consapevole che sulla cultura Cristiana si è fondata l'Europa.
In passato il progressivo rinnegamento di queste radici ha consegnato il "vecchio continente" nelle mani di regimi liberticidi e sanguinari (comunismo e nazi-fascismo). Oggi il pericolo si chiama laicismo e fondamentalismo! Ecco le ragioni del nuovo progetto liberale: credenti e non credenti insieme per assicurare a Lesina, in Italia, in Europa.. un alba di libertà!

--------------------------------------------------------------
sede legale: via G. Mazzini, 10- 71010 Lesina (FG)cattolicieliberali@alice.it

domenica 13 marzo 2011

150° anniversario dell' Unità d'Italia

L’intera penisola era frammentata in ben sette Stati e dopo due lunghi anni, dal 1859 al 1861, si configurò un nuovo regno proclamando re d’Italia Vittorio Emanuele II. Il passaggio fu la conseguenza della vittoria militare ad opera degli eserciti franco-piemontesi nel 1859 e del contemporaneo progressivo sfaldarsi dei vari Stati italiani che avevano finora legato la loro sorte alla presenza dell'Austria nell’intero territorio italico. Il nuovo Stato pur non avendo molti elementi di unicità dal punto di vista delle tradizioni politiche, dato il carattere comunale e signorile del nord e quello monarchico del mezzogiorno accentrato a Napoli, era comunque legato da un forte senso culturale di antiche origini che costituiva un vigoroso elemento unitario in tutto il paese. Questa tangibile coscienza nazionale fece si che non si verificassero ulteriori scontri di resistenza nei confronti della nuova realtà politica, eccezion fatta nel regno meridionale dove si manifestò qualche opposizione, dopo la perdita della Sicilia e l'ingresso di Garibaldi a Napoli (7 settembre), con la battaglia del Volturno e la difesa di alcune fortezze. Fu quindi privilegiata la via dell’accettazione della nuova situazione delle vecchie classi dirigenti a quella dello scontro con l’elemento liberale. Ciò facilitò il rapidissimo riconoscimento del regno da parte della Gran Bretagna e della Svizzera il 30 marzo 1861, ad appena due settimane dalla sua proclamazione, seguito da quello degli Stati Uniti d'America il 13 aprile 1861, al di là delle simpatie per il governo liberale di Torino, ci fu anche un disegno, anche se ancora incerto, sul vantaggio che avrebbe tratto il continente europeo dalla presenza del nuovo regno. Cominciò infatti a diffondersi la convinzione che l'Italia unita avrebbe potuto costituire un elemento di stabilità per l'intero continente. Invece di essere terra di scontro tra potenze decise ad acquistare una posizione egemonica nell'Europa centro-meridionale e nel Mediterraneo, l'Italia unificata, cioè un regno di oltre 22 milioni di abitanti, avrebbe potuto rappresentare un efficace ostacolo alle tendenze espansioniste della Francia da un lato e dell'impero asburgico dall'altro e, grazie alla sua favorevole posizione geografica, inserirsi nel contrasto tra Francia e Gran Bretagna per il dominio del Mediterraneo. La legge n. 4671 fu promulgata il 17 marzo 1861 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 68 del 18 marzo 1861.

Da allora l’Italia è unita ed è perciò sicuramente segno di Amore e Patria per la nostra terra rimembrare in questa settimana in special modo e quotidianamente l’inizio della nostra Storia.

di Antonio Giuseppe Colella

Nessun commento: