articolo tratto dalla testata giornalistica http://www.affaritaliani.it/
Cannabis, dimostrata la distruzione dei neuroni nel cervello
Studi effettuati su 40 giovani, consumatori di cannabis, a risonanza magnetica hanno messo in evidenza che il consumo di cannabis distrugge i neuroni e riduce lo spessore della corteccia cerebrale.
Studi effettuati su 40 giovani, consumatori di cannabis, a risonanza magnetica hanno messo in evidenza che il consumo di cannabis distrugge i neuroni e riduce lo spessore della corteccia cerebrale.
I risultati sono stati presentati a margine del congresso di Neuroscienze organizzato dal Dipartimento delle dipendenze Ulss 20 di Verona - in collaborazione con il Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri – che si sta svolgendo a Verona.
Lo “Studio dei meccanismi neuropsicologici sottesi alla tossicodipendenza con utilizzo di tecniche avanzate di Risonanza magnetica ad alto campo” è realizzato dall’Unità Operativa di Neuroscienze del Dipartimento dipendenze dell'Ulss 20 di Verona, in collaborazione con il servizio di Neuroradiologia dell'Ospedale di Borgo Trento.
L'obiettivo di questi studi è stato quello di acquisire importanti informazioni sui meccanismi fisiopatologici della tossicodipendenza ed arrivare così a realizzare percorsi diagnostici mirati e più efficaci.
Un approfondimento e un orientamento verso le neuroscienze, nel campo delle tossicodipendenze, quindi con lo scopo di aiutare l'operatore sanitario nel quotidiano rapporto con i pazienti. Sapere cosa succede durante lo scatenamento del craving e quali funzioni cerebrali vengano coinvolte e alterate aumento infatti il grado di autocoscienza sia nel paziente che nel terapeuta, alla base di una più corretta ed efficace gestione del problema. “Grazie alle moderne tecniche di neuroimmagine, attraverso apparecchi di risonanza magnetica ad alto campo – ha spiegato Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento politiche antidroga - è stato infatti possibile descrivere come l’uso di droghe sia associato anche ad un’anomala organizzazione funzionale del cervello”.
I risultati di questa ricerca sono contenuti nel volume “Elementi di Neuroscienze e Dipendenze. Manuale per operatori dei Dipartimenti delle Dipendenze”, a cura di Giovanni Serpelloni e Francesco Bricolo, presentato questa mattina nel corso della conferenza stampa. Nella giornata di domani è prevista altresì la partecipazione del Senatore Carlo Giovanardi con delega alle politiche antidroga.
2 commenti:
Ho letto solo il titolo e già mi basta.... ho la sclerosi multipla e mi curo con cannabinoidi.... ma mi si bruceranno anche le cellule cerebrali :((( ahimè non lo sapevo... E voi mi fate venire pure i complessi... e ora chi lo spiega a mia moglie e a mio figlio?
Ma fortunatamente vedono la realtà cari signori... e la realtà è che ora posso finalmente ricamminare...
Urge un chiarimento!
Egr. signore,
l'articolo de quo non era riferito all'uso terapeutico della cannabis, bensì, come forma di "sballo" giovanile.
Quindi mentre per il suo caso nutro il massimo rispetto, non posso che stigmatizzare il comportamento di chi usa le droghe (leggere)senza che ne ricorrano i presupposti terapeutici!
In bocca al lupo per una pronta riabilitazione.
Grazie, Leonardo
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