2008:CATTOLICI E LIBERALI PERCHE'?

Nel ‘900, molti liberali europei si sono trovati spesso in conflitto con la Chiesa. L’Italia e la Francia si sono costituiti proprio come Stati-nazione con una lotta (anticlericalismo) nei confronti della Chiesa cattolica. Ora, i tempi sono maturi per superare quel razionalismo chiuso e per aprire il liberalismo al messaggio Cristiano. A tal fine, non occorre che il liberale sia credente (la fede si gioca in un incontro personale con Dio), ma consapevole che sulla cultura Cristiana si è fondata l'Europa.
In passato il progressivo rinnegamento di queste radici ha consegnato il "vecchio continente" nelle mani di regimi liberticidi e sanguinari (comunismo e nazi-fascismo). Oggi il pericolo si chiama laicismo e fondamentalismo! Ecco le ragioni del nuovo progetto liberale: credenti e non credenti insieme per assicurare a Lesina, in Italia, in Europa.. un alba di libertà!

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sede legale: via G. Mazzini, 10- 71010 Lesina (FG)cattolicieliberali@alice.it

martedì 12 maggio 2009

In prima linea per il Rinnovamento!

A poco meno di un mese dalle Elezioni Comunali che si terranno nel nostro paese, siamo entrati nel vivo della campagna elettorale. A sentire quanto dicono gli slogan delle varie liste che si presenteranno alle Elezioni per la prossima Amministrazione Comunale, a sentir parlare qualcuno dei candidati interessati personalmente nella competizione elettorale e stando a quanto riportato su qualche manifesto pubblicato alcune settimana fa, che vinca l’una o l’altra o l’altra ancora delle liste che concorreranno alla competizione elettorale del 6 e 7 giugno 2009, il paese avrà un RINNOVAMENTO di classe dirigenziale, il quale darà finalmente impulso allo sviluppo che Lesina merita. Peccato che nel nostro paese i fatti sono sempre molto distanti dalla dialettica politica. In nessuna delle liste presentate c’è rinnovamento come si dice, infatti, tutte sono composte da Personaggi Politici che promettono di dare un futuro al paese da più di 20 anni e che invece non hanno fatto altro che assicurare a Lesina lo stato di degrado in cui si trova. Ma come è possibile ascoltare ancora queste persone?? Come si può continuare a vedere tali personaggi saltare in ogni tornata elettorale da una lista all’altra, che sia di centro-destra o di centro-sinistra? Non solo hanno fatto tutt’altro che lavorare per il Bene Collettivo, ma sono sempre pronti a chiedere la fiducia alla popolazione lesinese perché si sentono in grado di essere definiti politici e di spendere il proprio tempo per il bene di Lesina! Il nostro invito vuol essere un tremito per i giovani di Lesina al fine di spingerli ad impegnarsi personalmente in un progetto a medio-lungo termine che dia vita ad un futuro migliore per Lesina. Questo progetto necessità però che gli stessi giovani e tutta l’intera popolazione lesinese escano dall’ ottica del clientelismo che regna in Lesina da sempre, e dal potere che ne deriva dalle grandi famiglie che non mancano mai di scendere in campo con un proprio candidato perchè hanno sempre cospicui interessi da tutelare. Solo questa mentalità cittadina senza precedenti potrà conseguire il vero Rinnovamento, cercando di rimpiazzare tutti quelli che fanno politica a Lesina da svariati anni, escluso Nessuno!! Cari concittadini vi esortiamo ad essere parte attiva di questo percorso perchè soltanto lavorando in questa direzione potremo sperare di cambiare il destino del nostro amato Paese!!

A tal proposito consentiteci un appello..

Noi “Cattolici e Liberali Lesina” non siamo una delle tante liste civiche “MINESTRONE”, ma precisamente siamo una corrente del Popolo della Libertà, che attualmente fa capo all’ On. Giovanardi. Da poco meno di un anno stiamo lavorando seriamente al rinnovamento per essere pronti a “SCENDERE IN CAMPO” alle prossime elezioni amministrative del nostro paese.
Ecco le prerogative essenziali della nostra lista:
- Uomini e donne con un età compresa tra i 25 e i 50 anni;
- Incensurati politicamente;
- Persone che si riconoscano nei nostri valori;
- Persone che abbiano in cuor proprio il sogno di TRASFORMARE LESINA DA CENERENTOLA A PERLA DEL GARGANO.
Ci attende un duro lavoro, vi aspettiamo!

giovedì 30 aprile 2009

1° maggio: San Giuseppe artigiano

La festa del 1° maggio, istituita nel 1955 da Pio XII, che ricorda san Giuseppe artigiano, è un’aggiunta per cristianizzare la troppo laica festa dei lavoratori - l’8 dicembre del 1870 Pio IX lo proclamò patrono della Chiesa universale, dichiarando a chiare lettere la sua superiorità su tutti i santi, seconda solo a quella della Madonna e nel 1962 Giovanni XXIII introdusse il suo nome nel canone della messa, oltre ad affidargli il Concilio Vaticano II.
Il nostro intento è quello di far vivere questa giornata all'insegna della consapevolezza che il lavoro è la caratteristica per eccellenza dell' uomo, da esso ne consegue la formazione della sua personalità e lo sviluppo di una società. Le responsabilità dell' uomo, quindi, e all' interno del contesto familiare e nella conformazione sociale in cui vive sono di fondamentale importanza, per questo motivo rinnoviamo la memoria di San Giuseppe, simbolo dell' uomo ideale che sa obbedire al volere divino assumendo le proprie responsabilità con sacrificio e dedizione verso gli altri.

sabato 25 aprile 2009

LIBERAZIONE D'ITALIA

25 APRILE 1945
A 64 anni dalla Liberazione d'Italia noi teniamo a rammentare ai lesinesi questa data in onore di quanti hanno apportato il proprio contributo alla causa di liberazione dell' Italia dal Nazifascismo. Senza ombra di dubbio l' Italia è stata militarmente liberata dagli Alleati, ma è stata di notevole importanza la presa di coscienza collettiva dei resistenti italiani, spinti da profonde motivazioni contro l'oppressione di ogni forma di libertà. In particolare ricordiamo, il contributo dei cattolici alla causa della Resistenza. Secondo i dati riportati su una relazione di Enrico Mattei circa la partecipazione della D.C. e le cifre dell'impegno del partito nella Resistenza, il totale dei partigiani dc era stato di circa 65.000 uomini, raggruppati in 181 brigate; i caduti erano stati 1976, i feriti 2439, i prigionieri 337. Ma non furono solo combattenti quelli che resistettero all'oppressione, infatti molti partigiani cattolici contribuirono alla liberazione con la pratica della Resistenza Carità, opponendosi ad ogni ingiustizia e affermando la libertà come diritto di ogni uomo anche contro chi tentò di sostituire la dittatura con la dittatura.

domenica 22 marzo 2009

Facebook NO GRAZIE: a quella virtuale preferisco la vita vera!


di Carlo Meroni - Sussidiario.net


Qualche giorno fa ho letto su un importante quotidiano l’articolo del filosofo e scrittore Marcello Veneziani, il quale tesseva un fine elogio di Facebook, il nuovo inarrestabile fenomeno di aggregazione via internet. Nonostante Veneziani abbia sovente delle posizioni a me affini, stavolta mi sono trovato agli antipodi rispetto al suo punto di vista e non credo che riuscirà, nonostante l’altezza della sua posizione intellettuale, a farmi cambiare idea.
Già scettico ancora prima di iniziare, mi iscrissi a Facebook qualche mese fa solo perché un mio importante cliente, colloquiando, mi diceva di esserne già iscritto da tempo. Ne vantava le lodi, la possibilità di rimorchiare, di conoscere “gente”, di fare “cose”…Povero ultraquarantenne all’anagrafe, ma in realtà stolto adolescente mai cresciuto; pensavo dentro di me. Però la possibilità di restare nelle sue simpatie e continuare a ottenere le desiderate commesse era più forte della mia repulsione mentale verso di lui. E così mi iscrissi, immediatamente “accettando la sua amicizia”.
Nel giro di ventiquattro ore mi ritrovai tampinato da un vecchio conoscente degli anni del servizio militare che non avevo nessuna voglia di ritrovare, una petulante ragazzetta (ormai donna) che anni e anni orsono abitava la casa delle vacanze in montagna a fianco della mia, un rimbecillito frequentatore degli “ultras” dell’Inter (rimbecillito in quanto ultras, non in quanto interista, ovviamente…visto che anche io lo sono tuttora) che conobbi quando anche io, poverino me, frequentavo certi giri, e un'altra manciata di conoscenti vari di cui non sentivo assolutamente la mancanza e che, dietro un falsissimo sipario ricamato di sorpresa e gaudio, malamente celavano la loro unica intenzione: farsi i fatti miei. Che fine hai fatto? Cosa fai di bello per lavoro? Sei sposato? Hai figli? Dove abiti? Anche io se vuoi ti racconto vita morte e miracoli, e poi ci scambiamo l’“amicizia”. Non me ne frega niente. Né degli affari tuoi né della tua amicizia telematica.
A quella virtuale preferisco la vita vera, quella che è maestra, ma solo per chi ha l’umiltà di mettersi il grembiule da scolaro. E dopo un po’ di testate prese, ora so bene cos’è l’amicizia, quella vera, non quella fra virgolette. So di essere fortunato perché ho due amici. Diffido seriamente di chi ne vanta più di cinque, perché ho imparato che un’amicizia degna di questo nome è davvero rara come un tesoro. E quella di Facebook non lo è. È solo una pagliacciata per inconcludenti giovani e adulti d’oggi, circondati di beni, di contatti, di connessioni, di infinite possibilità. Ma nella sostanza terribilmente soli e privi di vere, serie relazioni. Un po’ come il Carlo Verdone del celebre film: «Faccio un sacco de cose, vedo un sacco de ggente, leggo molti libbri», ma in realtà si trattava di un bulletto di periferia solo come un cane.
Uno che ha relazioni (nel vero senso della parola) con moglie (o marito), figli, qualche amico vero, e che metta vera passione nel suo lavoro, credo che non abbia tempo in avanzo da perdere su Facebook.
Il problema del mondo odierno è che c’è in atto un diabolico progetto per svuotare le parole della loro reale portata e del loro significato originario. Così la vita non è più un dono d’amore ma un’esigenza personale della quale posso disporre a piacimento. Di conseguenza, anche la morte, più alta tragedia umana, diventa la “sedazione assistita” o la “dolce morte” dell’eutanasia. Il “perdono”, un’aspra montagna da scalare, rimanda tutt’al più ad una hit di Tiziano Ferro. Anche l’amore è diventato una semplice rima da canzonetta, un sentimento che va e viene a piacimento secondo l’umore del momento.
E così anche per l’amicizia. Non più una cosa terribilmente seria, ma una moneta fasulla che non costa nulla scambiare su Facebook dopo solo pochi minuti di conoscenza. Per un amico vero ci si sveglia di notte, si rischia di andare nei guai per difenderlo, ci si mette in gioco in prima persona, si è disposti alla completa condivisione. Chissà se gli “amici” di Facebook sanno condividere qualcosa di più alto rispetto al “club di quelli che odiano Berlusconi” o altre amenità simili.
Brutta bestia questa tecnologia. Non voglio fare il retrogrado, ma essere realista e giocare la battaglia della vita coi soldati che abbiamo a disposizione, senza idealismi o paraocchi. Che mi frega se mio figlio dialoga (anzi, “chatta”) con uno di Sidney discorrendo sul nulla, se poi non è in grado di sostenere la presenza di un amico “scomodo”, magari perché nero o handicappato nella sua classe?
Facile raccontare quel che si vuole a un semisconosciuto che sta a chilometri di distanza, più difficile spezzare il pane e dividerlo con la persona presente al proprio fianco, a scuola, in casa o in ufficio. È solo l’uomo, le persone, che devono stare al centro delle cose: la tecnologia ci è amica se è realmente a servizio dell’uomo, non se l’uomo ne diventa schiavo.
Mai sentito parlare di hikkomori? È un termine giapponese che sta ad indicare quei giovani che vivono reclusi nelle loro stanze e che hanno come forma di contatto con il mondo esterno solamente la rete. È un malessere particolarmente sviluppato fra i giovani giapponesi (20% dei maschi in età adolescenziale). Sembra addirittura che il 2% dell’intera popolazione giovanile del mondo ne sia affetto.
Di recente questo assurdo stile di vita ha fatto breccia anche in Italia, e stiamo iniziando a scoprirlo assieme a molte famiglie disorientate e poco preparate per affrontarlo. I ragazzi hikkomori si chiudono progressivamente al mondo esterno. Iniziano a evitare contatti con amici, parenti o altro. Successivamente smettono di andare a scuola e interrompono le relazioni con i propri familiari. Al culmine del processo di isolamento si chiudono in camera, dalla quale escono raramente, e vivono solo on-line.
Il loro nome diventa il nickname della chat. I loro amici sono perfetti sconosciuti. I loro interessi sono tutti accomunati da un aspetto: la fruibilità di cose e persone solo tramite internet. Alcuni chiudono direttamente a chiave la porta della propria stanza. Questo non per giorni, ma per mesi e in alcuni casi anni. Altri escono solamente la notte per mangiare o rubare le sigarette a fratelli e genitori. In molti confondono il giorno con la notte. Inutile sottolineare che interrompono ogni contatto con la famiglia. È questa la tecnologia di cui tessiamo le lodi? Questa è la meta alla quale tendiamo?
I soliti “esperti” hanno avanzato l’ipotesi che la colpa dell’autoreclusione di questi ragazzi sia dovuta alle pressioni sociali, alla severità del sistema scolastico, alla spinta verso l’omologazione, alle madri oppressive, ai padri assenti, al bullismo, alla dipendenza dai videogiochi attraverso i quali si costruiscono una realtà alternativa. Io, da “non esperto” credo che la questio sia un’altra: la mancanza nei nostri ragazzi di una solida struttura interiore, di una spina dorsale che non si fletta al primo alito di vento, che abbia una minima capacità di affrontare la vita con i suoi inevitabili alti e bassi. E quindi, meglio affrontare la realtà virtuale che quella reale.
Il Papa, qualche giorno fa in Campidoglio ha detto: «Gli episodi di violenza e di emarginazione giovanile manifestano un disagio più profondo; sono il segno di una vera povertà spirituale che affligge il cuore dell’uomo contemporaneo. La eliminazione di Dio e della sua legge, come condizione della realizzazione della felicità dell’uomo, non ha affatto raggiunto il suo obbiettivo; al contrario, priva l’uomo delle certezze spirituali e della speranza necessarie per affrontare le difficoltà e le sfide quotidiane. Quando, ad esempio, ad una ruota manca l’asse centrale, viene meno la sua funzione motrice».
Non pretendo che tutti siano d’accordo col Santo Padre come lo sono io. Ma se l’asse centrale della nostra ruota non è Dio, quale può essere? La letteratura? La musica? L’arte? Gli ideali di Patria? La famiglia? Fate vobis. Se però l’asse motrice della ruota è la webcam, la chat, il web, l’avatar e così via credo che questa ruota percorrerà assai poca strada.
Caro Veneziani, andiamoci piano con l’elogio di Facebook. Meglio che ci delizi con le sue dissertazioni politiche, letterarie e filosofiche. Le preferiamo di gran lunga. Se ha voglia di risentire l’idioma natìo, lasci perdere Facebook e faccia più spesso un salto nella terra dei dolmen e dei normanni. Se ogni tanto ha voglia di “struscio”, le consiglio vivamente quello reale, rispetto a quello virtuale: si vedono in giro certe facce da sbellicarsi dalle risate. Alcuni li ho già notati su Facebook

venerdì 20 marzo 2009

Faith and Reason



L’ex premier inglese, dopo la sua conversione al Cristianesimo è diventato un laico "illuminato dalla fede"...leggetelo in questa interessante intervista
buona lettura, Leonardo Mandunzio
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Anche se non hanno fede, i leader politici devono avere “a che fare con Dio” se vogliono capire la modernità. Parola dell’ex primo ministro inglese Tony Blair. Nel suo manifesto sul risveglio religioso, pubblicato dal settimanale New Statesman, Blair afferma: “Trascorsi gli anni del premierato, una cosa mi ha colpito con forza sempre più crescente: fallire nella comprensione del potere della religione significa essere incapaci di capire il mondo moderno. La fede religiosa avrà lo stesso significato nel XXI secolo che ha avuto l’ideologia politica nel XX. I leader politici, siano religiosi o meno, devono avere a che fare con Dio”.
E’ un Blair sempre più fervente, papista e missionario. Dopo essersi convertito al cattolicesimo alla fine del 2007 e aver insegnato a Yale il corso accademico su “Fede e globalizzazione”, il riformatore laburista sta dedicando tutta la sua attività alla Faith Foundation e alla comprensione della religione. Una fondazione in cui siedono grandi nomi quali il reverendo David Coffey, presidente dell’Alleanza battista mondiale, il rabbino del Commonwealth Jonathan Sacks e Mustafa Ceric, gran mufti di Bosnia-Erzegovina e grande estimatore di Benedetto XVI.
Una settimana fa, parlando con il giornale Church of England, Blair ha detto che in occidente la religione rischia di diventare un’“eccentricità personale”, anziché essere il fattore decisivo che smuove la società. Ha criticato la “decisione ridicola” di punire l’infermiera battista Caroline Patrie, sospesa dal lavoro in ospedale per essersi offerta di pregare per una paziente. “Penso che noi cristiani troppo spesso siamo più sensibli di quanto dovremmo”, dice Blair. “La gente dovrebbe essere orgogliosa della propria cristianità. Il vero test è se la religione, nell’era di un secolarismo aggressivo, avrà la fiducia per uscire allo scoperto e battersi con la persuasione. La religione fornisce un fondamento ai diritti umani, un principio inalienabile che si erge sul relativismo”.
Amico di Paul Kagame, che ha rovesciato il regime genocida del Ruanda, Blair ha raccolto il meglio della politica di Bush sull’Africa, come l’Emergency Plan for Aids Relief e l’Education Initiative, che ha diffuso libri di testo, insegnanti e borse di studio, fino al Millennium Challenge Account, un piano di assistenza per i paesi più meritevoli sul piano delle politiche sociali. Blair si è circondato di suore, missionari, sacerdoti e cita sempre gli scritti del teologo cattolico Hans urs von Balthasar. C’era anche Blair due mesi fa nella megachiesa di Saddleback, in California, per insignire Bush della “International Medal of Peace” nella lotta all’Aids.
All’inizio di febbraio, Blair era in preghiera a Washington alla tradizionale “colazione presidenziale”. Ha denunciato “un crescente e aggressivo secolarismo che deride la fede come contraria alla ragione”, ha ripetuto che “il nostro secolo sarà povero, meno disciplinato nella coscienza, se non sarà sotto la protezione di Dio”. E ripete che non avrebbe mai potuto dichiarare guerra alla malaria senza la fede.

mercoledì 18 febbraio 2009

Povia contro tutti!

Il festival della musica italiana o un forum sull'omosessualità?
Ieri sera durante la prima puntata del Festival di Sanremo, manifestazione in cui l'argomento centrale dovrebbe essere la "Canzone Italiana", è andato in scena l'attore comico Roberto Benigni che ha cercato di commuovere la platea del Teatro Ariston leggendo una lettera di Oscar Wilde per il suo compagno Bosie e affermando a gran voce che l'omosessualità non è un peccato e che "rassicura più l'amore della fede". Naturalmente il più commosso è il Dott. Franco Grillini presidente dell'Arcigay, il quale alla fine dell'esibizione non certo imparziale del comico, si alza in piedi per applaudire. Penso che tutti abbiamo capito il messaggio che si è voluto lanciare con questa prima serata.
Come un pesce fuor d'acqua, però, si presenta Povia per esibire la sua canzone dal titolo "Luca era gay" che racconta di un ragazzo che era omosessuale e diventa eterosessuale. Ci è mancato davvero poco che lo interrompessero, infatti appena finisce il presentatore della manifestazione canora dà la parola al Presidente dell'Arcigay porgendogli il microfono. Grillini legge dal suo cellulare un sms di un amico il cui compagno è venuto a mancare dopo essere stati 33 anni insieme, ma il loro rapporto continua, e conclude dicendo "questo è vero amore, impara Povia!!". Ma non è tutto, infatti fuori dal teatro Ariston un corteo di giovani Comunisti Italiani vestiti di rosso espongono cartelloni con il simbolo del partito e offensivi verso Povia. La protesta durerà per tutto il Festival annuncia il Comitato di Liberazione da Povia!
La prima cosa che mi viene da pensare è che nella passata edizione del 2008, dopo la canzone della Tatangelo "Il mio amico", il cui testo affermava che l'amore non ha sesso, sul palco di Sanremo a nessuno è stata data la possibilità di controbattere e nemmeno ci sono state proteste così accanite, beh evidentemente siamo noi eterosessuali quelli fuori dal normale!
E' inconcepibile vivere una situazione del genere, una situazione tale da non capire ciò che è naturale e ciò che invece non lo è. Non c'è niente di più inappropriato del fatto di parlare di argomenti così delicati in ambiti che dovrebbero fare altro come quello della musica, e che invece causa uno SBANDO totale facendo sembrare normale ciò che non lo è affatto, e provocando un allontanamento sempre maggiore da quelli che sono i valori della vita. Invitiamo, perciò, quanti cercano di capirci maggiormente riguardo a tale tema di trovare risposte concrete nelle origini della nostra esistenza e non in qualsiasi programma tv, che per aumentare l'ascolto televisivo farebbe di tutto. Il festival di Sanremo è una bella manifestazione musicale e non ha di certo bisogno di Benigni e di tali temi per fare audience. Di fronte a tutto ciò noi teniamo a rammentare che la nostra società è fondata sulla Famiglia che scaturisce dal matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso.
"Cari genitori è in gioco la vita dei vostri figli, la loro purezza. La crescita dei fanciulli é fortemente condizionata dall'essere di tutto ciò che li circonda, la loro formazione è una conseguenza dell'affetto familiare, perciò mettiamo da parte il nostro egoismo per dare l' AMORE vero al nostro prossimo! "
Povia siamo con te, perciò riproponiamo qui di seguito il testo della canzone:
' LUCA ERA GAY '
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice sono un altro uomo,
Luca dice: prima di raccontare il mio cambiamento sessuale volevo chiarire che se credo in Dio non mi riconosco nel pensiero dell’uomo che su questo argomento è diviso,
non sono andato da psicologi psichiatri preti o scienziati sono andato nel mio passato ho scavato e ho capito tante cose di me
mia madre mi ha voluto troppo bene un bene diventato ossessione piena delle sue convinzioni ed io non respiravo per le sue attenzioni
mio padre non prendeva decisioni ed io non ci riuscivo mai a parlare stava fuori tutto il giorno per lavoro io avevo l’impressione che non fosse troppo vero mamma infatti chiese la separazione avevo 12 anni non capivo bene mio padre disse è la giusta soluzione e dopo poco tempo cominciò a bere
mamma mi parlava sempre male di papà mi diceva non sposarti mai per carità delle mie amiche era gelosa morbosa e la mia identità era sempre più confusa Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice sono un altro uomo
sono un altro uomo ma in quel momento cercavo risposte mi vergognavo e le cercavo di nascosto c’era chi mi diceva “è naturale” io studiavo Freud non la pensava uguale
poi arrivò la maturità ma non sapevo che cos’era la felicità un uomo grande mi fece tremare il cuore ed è li che ho scoperto di essere omosessuale
con lui nessuna inibizione il corteggiamento c’era e io credevo fosse amore sì con lui riuscivo ad essere me stesso poi sembrava una gara a chi faceva meglio il sesso
e mi sentivo un colpevole prima o poi lo prendono ma se spariscono le prove poi lo assolvono cercavo negli uomini chi era mio padre andavo con gli uomini per non tradire mia madre
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice sono un altro uomo
Luca dice per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci tradivamo io cercavo ancora la mia verità quell’amore grande per l’eternità
poi ad una festa fra tanta gente ho conosciuto lei che non c’entrava niente lei mi ascoltava lei mi spogliava lei mi capiva ricordo solo che il giorno dopo mi mancava
questa è la mia storia solo la mia storia nessuna malattia nessuna guarigione caro papà ti ho perdonato anche se qua non sei più tornato
mamma ti penso spesso ti voglio bene e a volte ho ancora il tuo riflesso ma adesso sono padre e sono innamorato dell’unica donna che io abbia mai amato Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice sono un altro uomo
Antonio Colella

martedì 10 febbraio 2009

Napolitano difendi la Costituzione:DIMETTITI!


di Leonardo Mandunzio
In uno Stato di diritto (e non di delitto!) chi viola una norma giuridica dovrebbe essere sanzionato secondo quanto prescrivono i codici di rito.
Ma l’Italia si sa è il paese delle eccezioni.
Vediamo perché!
Stando a quanto è successo alla povera Eluana Englaro:

1) il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dovrebbe essere messo in stato d’accusa per attentato alla Costituzione (art. 90 Cost.):
A) per non aver garantito ad Eluana, tramite il rifiuto di firmare l'apposito decreto legge “, un diritto inviolabile (il diritto alla vita) così come prescritto dall’art. 2 Cost.: “« La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. »;
B) per aver fatto pervenire al Consiglio dei Ministri il suo parere, violando le prerogative del governo di cui al II comma dell’art. 77 Cost.: “Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni";

2) il sig. Beppino Englaro e i medici che hanno sospeso l’alimentazione e l’idratazione ad Eluana dovrebbero essere condannati per omicidio:
art. 575 c.p. -:"Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno ;
con l'aggravante della premeditazione
art. 577 c.p.- : "Si applica la pena dell'ergastolo se il fatto preveduto dall'articolo 575 è commesso: 1) contro l'ascendente o il discendente;2) col mezzo di sostanze venefiche, ovvero con un altro mezzo insidioso; 3) con premeditazione;4) con concorso di talune delle circostanze indicate nei numeri 1 e 4 dell'articolo 61. La pena è della reclusione da ventiquattro a trenta anni, se il fatto è commesso contro il coniuge, il fratello o la sorella, il padre o la madre adottivi, o il figlio adottivo o contro un affine in linea retta"

Ovviamente, una volta spente le telecamere tutto verrà dimenticato, perchè in Italia accada quel che accada non c’è mai un colpevole, un responsabile…
Per il rispetto e l'amore che nutro nei confronti delle Istituzioni, non mi auguro che il Presidente della Repubblica venga messo in stato d'accusa, ma che faccia semplicemente un passo indietro: NAPOLITANO DIMETTITI!