2008:CATTOLICI E LIBERALI PERCHE'?

Nel ‘900, molti liberali europei si sono trovati spesso in conflitto con la Chiesa. L’Italia e la Francia si sono costituiti proprio come Stati-nazione con una lotta (anticlericalismo) nei confronti della Chiesa cattolica. Ora, i tempi sono maturi per superare quel razionalismo chiuso e per aprire il liberalismo al messaggio Cristiano. A tal fine, non occorre che il liberale sia credente (la fede si gioca in un incontro personale con Dio), ma consapevole che sulla cultura Cristiana si è fondata l'Europa.
In passato il progressivo rinnegamento di queste radici ha consegnato il "vecchio continente" nelle mani di regimi liberticidi e sanguinari (comunismo e nazi-fascismo). Oggi il pericolo si chiama laicismo e fondamentalismo! Ecco le ragioni del nuovo progetto liberale: credenti e non credenti insieme per assicurare a Lesina, in Italia, in Europa.. un alba di libertà!

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sede legale: via G. Mazzini, 10- 71010 Lesina (FG)cattolicieliberali@alice.it

lunedì 28 dicembre 2009

SIAMO AL DELIRIO!!!


di Leonardo Mandunzio

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero...."
Questo è ciò che garantisce l'art. 21 della nostra Carta Costituzionale.
Ma quello che sta succedendo su facebook travalica i limiti imposti sia dall'art. 21 Cost., che dal codice penale.
Infatti ci sono dei veri e propri gruppi (vedi quelli pro-Tartaglia e quelli pro-Maiolo) che istigano altri cittadini a commettere dei reati puniti dal codice penale italiano: si va dall'ingiuria alla diffamazione per finire all'istigazione all'omicidio!
TUTTO QUESTO E' ASSURDO E NON E' DEGNO DI UN PAESE CHE SI DEFINISCE LIBERALE E DEMOCRATICO!
Chiediamo pubblicamente, che questi gruppi vengano oscurati e auspichiamo che al più presto facebook, così come twitter o altri social network, vengano regolamentati da una disciplina legislativa ad hoc.
Questo sia ben chiaro, non per mettere un bavaglio alla rete, ma per evitare che qualche mente folle possa arrecare danno alla incolumità degli altri cittadini.
LA LIBERTA' IMPLICA IL RISPETTO DEGLI ALTRI, SOPRATTUTTO QUANDO NON LA PENSANO COME NOI!!!
Solidarietà e vicinanza al Santo Padre ed a quanti sono esposti a vili attacchi.

mercoledì 16 dicembre 2009

Perchè la Politica è odio!

Perchè si arriva a questo? Perchè la Politica diventa causa di odio e di violenza? Forse la cosa più grave in tutta questa vicenda non è l'atto compiuto dal Sig. Massimo Tartaglia, per il quale non ci sono assolutamente scusanti, ma le conseguenze di questo gesto. Le dichiarazioni dell' On. Di Pietro dell' Italia dei Valori, secondo le quali il Presidente del Consiglio Dei Ministri è un' istigatore, fanno veramente meditare che quanto accaduto non è da considerarsi un fatto isolato e che c'era da aspettarselo, anzi molto probabilmente non sarà l'ultimo. Il video di Marco Travaglio pubblicato sul blog di Beppe Grillo è di una tale deplorevolezza che è capace di lasciare senza parole chi, come me lo ha visto ed ascoltato. Il giornalista, infatti, parla della libertà di amare o odiare nella propria casa chi si vuole, con una tranquillità senza precedenti e continua affermando che è del tutto normale che si speri che il proprio nemico politico venga chiamato a sè dal Signore. C'è l'assoluto bisogno che qualcuno gli faccia presente che non lo sta facendo nella propria casa ma in un mondo virtuale, capace di raggiungere la mente della gente di tutto il mondo manipolandola a proprio piacimento.
E come si può non parlare dei 50.000 che su facebook hanno scritto in ringraziamento di Massimo Tartaglia per aver attentato alla vita del Premier? Bisognerebbe fermare e censurare tutto ciò che effonde violenza e fomenta odio tra la popolazione, come gli episodi di cui sopra e pensare tutti quanti insieme di contribuire ad avere un dialogo maggiore tra le parti con la tolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente. Proviamo tutti a soffermarci sul significato del termine "Politica", ossia quel fenomeno che attraverso determinate condizioni, cerca di risolvere i problemi all'interno di un contesto sociale, in modo da raggiungere il grado di maggior soddisfazione degli interessi della collettività. E' quindi compito di coloro che fanno politica garantire la cosiddettà "pace sociale". Risulta, perciò, impensabile che proprio questi ultimi siano ad alimentare le ostilità e causare indirettamente episodi come quello accaduto in questi giorni al Primo Ministro italiano. L'accettare il potere del popolo è la regola fondamentale della democrazia, con la quale la popolazione affida tramite il voto l'arduo compito di lavorare per la collettività al partito/coalizione vincente e quello di fare una giusta e costruttiva opposizione al partito/coalizione perdente. Il nostro invito è proprio rivolto a quanti sono impegnati in politica a dare vita a dibattiti in cui si discuta, a seconda delle proprie idee di partito, del bene pubblico e non di personalismi che niente hanno a che fare con la vera politica e che non fanno altro che nuocere gli interessi del Paese.
La nostra più sincera solidarietà al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi e auguri di una pronta guarigione e ritorno alle attività.
di Antonio Giuseppe Colella

martedì 1 dicembre 2009

Minareti sì, Minareti no



di Francesco Colafemmina


Quando una nazione sente il bisogno di vietare qualcosa vuol dire che è debole, profondamente debole e destinata a perdere lentamente la propria identità. La decisione della Svizzera di vietare la costruzione di minareti annessi alle tante moschee che sorgono come funghi nel piccolo stato del centro Europa va in questo senso, anzi attesta una certa qual ipocrisia da sempre legata a questa nazione.
Far giungere nella propria nazione centinaia, anzi migliaia di immigrati mussulmani che un giorno
chiederanno legittimamente di poter costruire i propri luoghi di culto, è la vera questione centrale.
Se la gente, magari piuttosto perbenista ed ipocrita, è alla ricerca di manodopera a basso costo, di pizzaioli, muratori, carpentieri, operai, ai quali poter dare senza remore una paga dimezzata rispetto al normale; se i nostri figli hanno bisogno di recuperare qualche grammo di droga o marjuana sperperando i soldi guadagnati dalla propria famiglia "perbene" e facendo proliferare un certo tipo di malavita extracomunitaria. Se qualche onlus o ong per raggranellare qualche contributo statale o europeo ha bisogno di far ricongiungere i poveri operai emigrati mussulmani con le loro famiglie; se accade tutto ciò in Italia come in Svizzera di chi è la colpa? Dei mussulmani che vogliono pregare Allah o degli pseudo-cristiani che ogni giorno cantano inni a Mammona?
Non si tratta di piangerci addosso o di accusare solo noi stessi. Il vero problema è che se c'è un'avanzata dell'islam in Europa la responsabilità non è certo delle masse islamiche, bensì delle autorità europee e dell'ipocrisia onnipervasiva della nostra società (unita a quella di sceicchi e tiranni mediorientali).
Con ciò non credo nemmeno io che sia opportuno e necessario far proliferare le moschee in Italia o consentire l'erezione di alti minareti nel nostro territorio, almeno in nome del principio di reciprocità. Tanto più che noi dobbiamo fare i conti già con tantissime chiese che andrebbero letteralmente demolite, prima di pensare a vietare i minareti delle moschee. Anzi, ci sono chiese che hanno campanili difficilmente distinguibili da minareti... Che dite allora, cominciamo - ironicamente - ad organizzare un referendum per abbatterli?
Nella foto: Grosseto - Chiesa della Santa Famiglia: Campanile o Minareto?