2008:CATTOLICI E LIBERALI PERCHE'?

Nel ‘900, molti liberali europei si sono trovati spesso in conflitto con la Chiesa. L’Italia e la Francia si sono costituiti proprio come Stati-nazione con una lotta (anticlericalismo) nei confronti della Chiesa cattolica. Ora, i tempi sono maturi per superare quel razionalismo chiuso e per aprire il liberalismo al messaggio Cristiano. A tal fine, non occorre che il liberale sia credente (la fede si gioca in un incontro personale con Dio), ma consapevole che sulla cultura Cristiana si è fondata l'Europa.
In passato il progressivo rinnegamento di queste radici ha consegnato il "vecchio continente" nelle mani di regimi liberticidi e sanguinari (comunismo e nazi-fascismo). Oggi il pericolo si chiama laicismo e fondamentalismo! Ecco le ragioni del nuovo progetto liberale: credenti e non credenti insieme per assicurare a Lesina, in Italia, in Europa.. un alba di libertà!

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sede legale: via G. Mazzini, 10- 71010 Lesina (FG)cattolicieliberali@alice.it

domenica 14 dicembre 2008

DIRITTO ALLA VITA CALPESTATO:in arrivo la "kill pill"!

di Leonardo Mandunzio


L’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) ha annunciato che entro la fine dell’anno verrà commercializzata anche in Italia la pillola (Ru486), la famigerata “kill pill” che provoca l’aborto farmacologico.
Meno male che l'intento del Governo doveva essere quello di migliorare la legge 194, ampliando i poteri dei consultori e dando risorse finanziarie alle donne intenzionate a procedere con la gravidanza...
Per intenderci, non è che non intendiamo il problema, anzi comprendiamo molto bene la situazione ingombrante e imbarazzante di una ragazza che suo malgrado si trova incinta.
Così come capiamo cosa significa avere un figlio fuori dal matrimonio e tutte le difficoltà in cui si possono trovare le persone in questi casi.
Sono drammi.
Ma c’è anche una gerarchia dei drammi e il dramma maggiore è la morte, tanto più se inflitta ad una persona innocente come un figlio che deve nascere. Per questo motivo dobbiamo sempre dire, in modo forte e delicato al tempo stesso, che la vita viene prima di tutto il resto. L’aborto è uccidere, togliere la vita una persona innocente, perché, anche se nei primi momenti della sua esistenza, l’embrione è un essere umano con tutti i diritti
Il ministro Giorgia Meloni, intervistata al riguardo sottolinea che si tratta «di un farmaco potenzialmente pericoloso per la salute delle donne. Inoltre si appella alle «ragazze italiane» esortandole a non considerate la pillola Ru486 un anticoncezionale - perché non lo è.
Si parla tanto di diritti umani…spesso a sproposito e per questioni che non ci riguardano direttamente, tralasciando di difendere il diritto più importante: IL DIRITTO ALLA VITA PER TUTTI (dall'embrione fino al suo termine naturale)
Auspichiamo in tal senso un intervento del Governo Berlusconi, perchè oltre a contrastare la crisi economica, si adoperi con la stessa grinta per arginare anche quella morale!

domenica 7 dicembre 2008

bravo Prof: Senza Dio non c'è libertà!

Siamo contenti dell'uscita di questo nuovo libro da parte del professor Marcello Pera.
Siamo felici perchè questo testo da ulteriore vigore alla nostra battaglia culturale.
Siamo felici perche le maschere che nascondevano le ambiguità dei cristiani "fai da te"(prima catto-comunisti, ora Veltronisti), sono finalmente cadute!
Grazie al Santo Padre e ad un numero sempre più crescente di intellettuali laici e liberali (Antiseri, Pera, Popper, Habermas...) possiamo lavorare, concorrendo nel nostro piccolo, ad erigere una diga contro il relativismo ed il laicismo zapateriano!!!
Leonardo Mandunzio
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All'inizio dell'opera e' riportata una lettera di Papa Benedetto XVI a Marcello Pera in cui il Santo Padre commenta i temi oggetto del libro:
Caro Senatore Pera, in questi giorni ho potuto leggere il Suo nuovo libro Perchè dobbiamo dirci cristiani. Era per me una lettura affascinante. Con una conoscenza stupenda delle fonti e con una logica cogente Ella analizza l'essenza del liberalismo a partire dai suoi fondamenti, mostrando che all'essenza del liberalismo appartiene il suo radicamento nell'immagine cristiana di Dio: la sua relazione con Dio di cui l'uomo è immagine e da cui abbiamo ricevuto il dono della libertà. Con una logica inconfutabile Ella fa vedere che il liberalismo perde la sua base e distrugge se stesso se abbandona questo suo fondamento. Non meno impressionato sono stato dalla Sua analisi della libertà e dall'analisi della multiculturalità in cui Ella mostra la contraddittorietà interna di questo concetto e quindi la sua impossibilità politica e culturale. Di importanza fondamentale è la Sua analisi di ciò che possono essere l'Europa e una Costituzione europea in cui l'Europa non si trasformi in una realtà cosmopolita, ma trovi, a partire dal suo fondamento cristiano-liberale, la sua propria identità. Particolarmente significativa è per me anche la Sua analisi dei concetti di dialogo interreligioso e interculturale. Ella spiega con grande chiarezza che un dialogo interreligioso nel senso stretto della parola non è possibile, mentre urge tanto più il dialogo interculturale che approfondisce le conseguenze culturali della decisione religiosa di fondo. Mentre su quest'ultima un vero dialogo non è possibile senza mettere fra parentesi la propria fede, occorre affrontare nel confronto pubblico le conseguenze culturali delle decisioni religiose di fondo. Qui il dialogo e una mutua correzione e un arricchimento vicendevole sono possibili e necessari. Del contributo circa il significato di tutto questo per la crisi contemporanea dell'etica trovo importante ciò che Ella dice sulla parabola dell'etica liberale. Ella mostra che il liberalismo, senza cessare di essere liberalismo ma, al contrario, per essere fedele a se stesso, può collegarsi con una dottrina del bene, in particolare quella cristiana che gli è congenere, offrendo cos? veramente un contributo al superamento della crisi. Con la sua sobria razionalità, la sua ampia informazione filosofica e la forza della sua argomentazione, il presente libro è, a mio parere, di fondamentale importanza in quest'ora dell'Europa e del mondo. Spero che trovi larga accoglienza e aiuti a dare al dibattito politico, al di là dei problemi urgenti, quella profondità senza la quale non possiamo superare la sfida del nostro momento storico.
Grato per la Sua opera Le auguro di cuore la benedizione di Dio.
Benedetto XVI

lunedì 1 dicembre 2008

LAICISMO, NUOVO TOTALITARISMO!

di Leonardo Mandunzio


Nel '900, l'Europa è stata funestata da due totalitarismi: nazifascismo e comunismo che hanno provocato tragedie immani ed inenarrabili alle popolazioni del "Vecchio Continente"!
Storia vecchia direte voi?
Niente affatto, amici miei!
La storia si ripete perchè un nuovo totalitarismo, più sottile e più subdolo si sta diffondendo in tutta Europa.
Trattasi del laicismo: dottrina che vuole espungere dalla vita pubblica ogni riferimento, sia pur simbolico, al Trascendente, alla fede religiosa.
E' storicamente provato che il primo atto che compie un dittatore quando prende il potere è di mettere il bavaglio alla coscienza dei propri sottoposti al fine di plagiarli.
Questo sta accadendo ormai in alcune nazioni europee, tipo la Spagna di Zapatero, dove assistiamo da diversi anni al tentativo di instaurare la DITTATURA DEL LAICISMO!
Premesso che la Costituzione spagnola protegge la libertà di religione e di culto ed assicura il carattere “laico e neutrale” dello stato spagnolo sui temi religiosi, il Tribunale di Valladolid, ha sostenuto che la presenza di simboli religiosi in posti dove ci sono minori in piena fase di formazione potrebbe provocare in loro la sensazione che lo Stato spagnolo è più vicino alla religione cattolica rispetto alle altre confessioni.
Questa decisione risente del clima "Cristofobico" che si respira in Spagna ed è inconcepibile con le radici cattoliche del popolo spagnolo stesso, perchè la laicità non è una cappa neutra da calare sopra un popolo, ma deve adattarsi alle specificità culturali dello stesso.
Ed in Spagna così come nel resto dell'Europa, il Cristianesimo non è "solo" una religione ma è Tradizione e Cultura.
In Italia, fortunatamente, il tentativo di rimuovere i crocifissi dalle scuole è stato stoppato dal Consiglio di Stato, il quale con decisione n. 556 emessa il 13 gennaio 2006 ha stabilito che l’esposizione del crocifisso va considerata non discriminante sotto il profilo religioso “giacché il crocifisso svolge anche in un orizzonte laico… una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni”.
Per il Consiglio di Stato, quindi, la presenza del crocifisso nelle scuole, prevista da un regio decreto del 1860 e confermata da successive circolari ministeriali, non contrasta con il principio di laicità dello Stato, poiché il simbolo della croce non svolge solo una funzione religiosa, ma esprime anche un richiamo a valori universali, quali quelli della libertà e della tolleranza.
Inoltre i giudici amministrativi ricordano nella citata sentenza che i supremi principi della tolleranza, del rispetto reciproco e della valorizzazione della persona umana storicamente nascono e si sviluppano prima di tutto come valori religiosi, prima di essere recepiti nella Costituzione come principi essenziali del nostro Stato democratico.
Lo Stato laico, dunque, deve essere imparziale verso tutte le religioni, ma non è detto che debba essere anche indifferente ai valori fondativi della sua Costituzione.