Non ne parla solo Marcello Pera, non se ne parla solo in Italia. Complice anche la sfida di un Papa filosoficamente forte come Benedetto XVI, ovunque i maggiori intellettuali liberali si interrogano sui rapporti tra la religione e le libertà individuali. L'ultimo a partecipare al dibattito è Carlos Alberto Montaner, vicepresidente dell'Internazionale liberale, che ha una posizione molto netta, anche se non certo nuova: “senza il postulato dell'esistenza di Dio è impossibile parlare di diritti individuali, e quindi di liberalismo”.«Tutta la struttura filosofica e giuridica sulla quale poggia la democrazia liberale», scrive Montaner nel suo ultimo intervento, «si articola attorno all'esistenza di un essere superiore dal quale emanano i "diritti naturali" che proteggono gli individui dinanzi all'azione dello Stato o dinanzi alla volontà di altre persone. Se sparisce la premessa dell'esistenza di Dio, l'ipotesi dell'esistenza di diritti naturali viene automaticamente eliminata e si apre la porta a qualunque genere di soprusi».Ad esempio: «Senza diritti naturali può essere accettabile schiavizzare i prigionieri, discriminare le donne e maltrattare gli stranieri e gli omosessuali. Basta che lo decida una fonte legittima di potere, come la maggioranza aritmetica degli elettori, ad esempio, o un gruppo di saggi insigni e petulanti. Il marxismo - altro esempio - che negava l'esistenza di diritti naturali, si sentiva autorizzato, in nome della classe operaia e per stabilire la dittatura del proletariato, a privare dei loro beni milioni di persone e a fucilarne e incarcerarne altrettante, in quanto "nemici di classe" da disprezzare. Il nazismo, che non credeva nell'esistenza di diritti naturali dell'individuo, sterminò sei milioni di ebrei e un milione di zingari e altre minoranze, perché non aveva alcun impedimento morale o filosofico che glielo impedisse».Insomma, si può essere credenti, atei o agnostici, ma l'unico fondamento filosofico e morale della inviolabilità delle libertà individuali va cercato nella loro emanazione divina. E cioè nell'esistenza di una religione che questi diritti preveda e difenda. Altrimenti la difesa dell'uomo resta affidata a principi secolari mutevoli, come l'equità e la giustizia, che in ogni epoca e sotto ogni regime hanno avuto declinazioni diverse, spesso opposte, ma ugualmente devastanti per il genere umano.
Leonardo Mandunzio & Antonio Colella