2008:CATTOLICI E LIBERALI PERCHE'?

Nel ‘900, molti liberali europei si sono trovati spesso in conflitto con la Chiesa. L’Italia e la Francia si sono costituiti proprio come Stati-nazione con una lotta (anticlericalismo) nei confronti della Chiesa cattolica. Ora, i tempi sono maturi per superare quel razionalismo chiuso e per aprire il liberalismo al messaggio Cristiano. A tal fine, non occorre che il liberale sia credente (la fede si gioca in un incontro personale con Dio), ma consapevole che sulla cultura Cristiana si è fondata l'Europa.
In passato il progressivo rinnegamento di queste radici ha consegnato il "vecchio continente" nelle mani di regimi liberticidi e sanguinari (comunismo e nazi-fascismo). Oggi il pericolo si chiama laicismo e fondamentalismo! Ecco le ragioni del nuovo progetto liberale: credenti e non credenti insieme per assicurare a Lesina, in Italia, in Europa.. un alba di libertà!

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domenica 27 luglio 2008

Senza Dio non c'è libertà


Non ne parla solo Marcello Pera, non se ne parla solo in Italia. Complice anche la sfida di un Papa filosoficamente forte come Benedetto XVI, ovunque i maggiori intellettuali liberali si interrogano sui rapporti tra la religione e le libertà individuali. L'ultimo a partecipare al dibattito è Carlos Alberto Montaner, vicepresidente dell'Internazionale liberale, che ha una posizione molto netta, anche se non certo nuova: “senza il postulato dell'esistenza di Dio è impossibile parlare di diritti individuali, e quindi di liberalismo”.«Tutta la struttura filosofica e giuridica sulla quale poggia la democrazia liberale», scrive Montaner nel suo ultimo intervento, «si articola attorno all'esistenza di un essere superiore dal quale emanano i "diritti naturali" che proteggono gli individui dinanzi all'azione dello Stato o dinanzi alla volontà di altre persone. Se sparisce la premessa dell'esistenza di Dio, l'ipotesi dell'esistenza di diritti naturali viene automaticamente eliminata e si apre la porta a qualunque genere di soprusi».Ad esempio: «Senza diritti naturali può essere accettabile schiavizzare i prigionieri, discriminare le donne e maltrattare gli stranieri e gli omosessuali. Basta che lo decida una fonte legittima di potere, come la maggioranza aritmetica degli elettori, ad esempio, o un gruppo di saggi insigni e petulanti. Il marxismo - altro esempio - che negava l'esistenza di diritti naturali, si sentiva autorizzato, in nome della classe operaia e per stabilire la dittatura del proletariato, a privare dei loro beni milioni di persone e a fucilarne e incarcerarne altrettante, in quanto "nemici di classe" da disprezzare. Il nazismo, che non credeva nell'esistenza di diritti naturali dell'individuo, sterminò sei milioni di ebrei e un milione di zingari e altre minoranze, perché non aveva alcun impedimento morale o filosofico che glielo impedisse».Insomma, si può essere credenti, atei o agnostici, ma l'unico fondamento filosofico e morale della inviolabilità delle libertà individuali va cercato nella loro emanazione divina. E cioè nell'esistenza di una religione che questi diritti preveda e difenda. Altrimenti la difesa dell'uomo resta affidata a principi secolari mutevoli, come l'equità e la giustizia, che in ogni epoca e sotto ogni regime hanno avuto declinazioni diverse, spesso opposte, ma ugualmente devastanti per il genere umano.

Leonardo Mandunzio & Antonio Colella